sabato, 18 Maggio 2024
adv
HomeIntermodaleCrisi Mar Rosso: dalla Marina Italiana il sistema per la difesa di...

Crisi Mar Rosso: dalla Marina Italiana il sistema per la difesa di navi e traffici

Analisi del Centro Giuseppe Bono: in crisi i trasporti di gas per l’Europa. Rischi Internet e cyber security

adv

Si chiama VRMTC “Virtual Regional Maritime Traffic Control”, lo strumento in più che la Marina Militare Italiana sta mettendo in campo rendendolo disponibile alle Marine alleate per tutelare la libertà della navigazione nel Mar Rosso e mettere le navi mercantili al sicuro dagli attacchi dei ribelli Houtsi. È quanto emerge da un’analisi condotta dal Centro Studi Giuseppe Bono – Seacs, sull’evoluzione della situazione dal Corno d’Africa sino a Suez; analisi che prende in considerazione sia gli equilibri e gli squilibri che si stanno generando nei differenti Paesi dell’area “calda”, sia i possibili rischi indotti, in termini di cyber security, trasmissione di dati e pirateria.

“Lo studio – sottolinea l’Ammiraglio Sergio Biraghi, vicepresidente del Centro Giuseppe Bono, già Capo di Stato maggiore della Marina militare italiana – è finalizzato a offrire, specie a chi è chiamato a operare nell’area del Mar Rosso (12% del traffico marittimo mondiale, pari a oltre 11 miliardi di tonnellate di merci trasportate con un valore stimato di oltre 14 trilioni di dollari), un quadro d’insieme che consenta di assumere le decisioni più efficaci nei momenti più opportuni”.

Il VRMTC è costituito da una rete virtuale che collega le centrali operative delle Marine aderenti all’iniziativa. Su questa rete, che sfrutta le capacità di connessione offerte da internet, viaggiano le informazioni non classificate relative al traffico mercantile composto da unità superiori o pari a 300 tonnellate. Le informazioni, inviate secondo un formato (MERSIT) sviluppato dalla Marina Militare, sono raccolte da un HUB ubicato presso il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) che le rende disponibili a tutti i partecipanti. Lo studio evidenzia anche il moltiplicarsi di fake news sulla presenza di navi battenti bandiera americana (non ne esistono sulle rotte internazionali) o israeliana (il porto di Eilat è poco più di un pontile dedicato a petroliere di basso tonnellaggio), mentre pochi parlano del totale blackout delle navi gasiere del Kuwait insufficienti per i rifornimenti all’Europa se utilizzano la rotta della circumnavigazione africana. Il problema reale, drammatico, è che il mercato non dispone di un sufficiente numero di metaniere per soddisfare la domanda occidentale e quella asiatica.

Ma sulla crisi del Mar Rosso incombono altri pericoli: Attacchi informatici, aumentati del 900% negli ultimi anni, Internet, le mine, la pirateria.

adv
adv
ARTICOLI CORRELATI
adv

Più popolari

adv