lunedì, 14 Ottobre 2024
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Bonus patenti: basta per attrarre i giovani? L’opinione di Peron (FIAP)

Secondo il Segretario Generale è necessario rendere la professione maggiormente attrattiva sotto tutti i punti di vista, con azioni concrete da parte di tutti gli attori in gioco

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Nelle ultime settimane l’uscita del provvedimento che dà avvio alla disponibilità di risorse economiche utili ad agevolare i giovani tra i 18 e i 35 anni che vogliono conseguire la patente o le abilitazioni professionali per i mezzi pesanti ha riscosso molto entusiasmo. Il bonus da parte del Governo, dicono molte organizzazioni di rappresentanza del comparto, è sicuramente un mezzo per cercare di risolvere il problema, ormai cronico, della carenza di autisti. Ma è sufficiente, si chiede Alessandro Peron, Segretario Generale FIAP – Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali – a sanare sul lungo periodo le vere criticità del comparto?

“Personalmente nutro dei forti dubbi. Mi pare che stiamo cercando di guarire una grave malattia in progressione, con un farmaco palliativo, che può certamente aiutare ad affrontare la situazione, ma che non affronta la vera causa che, se non opportunamente contrastata, prolungherà, inesorabilmente, la propria influenza. Oggi i giovani, come è giusto che sia, non intendono dover mettere in discussione la propria dignità di lavoratori anche se possono ricevere stipendi anche importanti. Le soste al carico e allo scarico (lunghe e a volte non pagate), la mancanza di aree di sosta idonee (con bagni e servizi decenti), la mancanza di rispetto per il loro lavoro, sono alcune cose fondamentali che fanno desistere dall’avvicinarsi a questo lavoro. Una questione, quindi, di attrattività complessiva. Palliativi, come il bonus patente, aiutano ma non risolvono il problema. Occorre, invece, che si apra immediatamente un confronto costruttivo e serio tra rappresentanti dei lavoratori, delle imprese e le istituzioni per iniziare quanto prima a rivedere il modello complessivo, iniziando a risolvere alcuni problemi, ad  esempio quelli sopra citati, per creare quei percorsi che permettano una offerta lavorativa veramente attrattiva. Una discussione che, tra l’altro, è già in atto in altri Paesi europei. Gli imprenditori dell’autotrasporto sono pronti a fare la loro parte, ma serve la collaborazione di tutti, clienti compresi, che dovranno anche loro rivedere il loro modello di ingaggio dei fornitori. Per alzare l’attrattività di determinati lavori, come quello di autista professionale, servirà sicuramente un approccio ed un atteggiamento, diverso sotto ogni punto di vista. Sarebbe davvero utile, se non opportuno, trasformare gli slogan pubblicati sui siti web e nelle pagine dei bilanci di sostenibilità, in azioni concrete verso quelle qualifiche lavorative delle quali, mai come in questi ultimi, si è compresa l’importanza”.

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