sabato, 27 Luglio 2024
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Appello di SITEB al Governo

Molti impianti di produzione del conglomerato bituminoso stanno decidendo di non riaprire per evitare perdite

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La crisi energetica frena l’industria delle costruzioni e manutenzioni stradali, che si prepara a chiudere l’anno con un calo di produzione del conglomerato del 20% rispetto al 2021. Le lavorazioni del conglomerato bituminoso si eseguono, infatti, prevalentemente con tecnologie a caldo per riscaldare ed essiccare le materie prime. Ad essere più colpiti sono in particolare gli impianti che utilizzano gas metano il cui costo è più che decuplicato in poco più di un anno. Di qui la scelta di alcuni impianti di tornare all’alimentazione con olio combustibile, operazione non sempre possibile perché, oltre ai costi di adeguamento, sono necessarie apposite autorizzazioni non facilmente ottenibili. L’effetto di tale dinamica è che i lavori di manutenzione, soprattutto quelli ANAS che da anni rappresentano il volano del comparto, sono in decisa contrazione (-20%).

L’allarme arriva dall’analisi trimestrale dell’Associazione SITEB – Strade ITaliane E Bitume che ha elaborato le prime stime sulla chiusura dell’anno per il settore della costruzione e manutenzione delle strade.

Le risorse stanziate fino ad oggi per sostenere il settore della manutenzione e costruzione delle strade si esauriranno tra due mesi. Chiediamo al nuovo Governo di mettere in campo nuove misure volte a compensare l’ascesa dei prezzi – ha evidenziato il Presidente SITEB Michele Turrini, “e in particolare di rendere strutturale il meccanismo di revisione delle soglie di compensazione per il caro materiali (introdotto dal Governo Draghi), rendendolo valido anche per i lavori stipulati in passato e non ancora eseguiti o in esecuzione. In più si dovrebbe dare alle imprese la possibilità di rinegoziare i contratti in essere con gli enti appaltanti, aggiornandoli alla luce dei maggiori costi energetici. Anche il ritorno all’olio combustibile non dovrebbe essere ostacolato dalle procedure burocratiche perché è indispensabile per evitare la chiusura degli impianti e la sospensione di ogni attività di manutenzione stradale. Senza queste misure il Paese rischierà di assistere alla paralisi del settore e quindi al fallimento del piano di nuove opere messo in campo dal PNRR”.

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